Mondi Paralleli

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Ma l'autismo non è quello del cinema

di Marisa Melis

QUOTIDIANO SARDEGNA DEL 3 APRILE 2013

Ieri, 2 aprile era la giornata mondiale dedicata alle tematiche dell'autismo proclamata dall’Organizzazione Nazioni Unite.Che ha invitato, sia gli enti che i privati a “illuminare di blu” i locali e le abitazioni nella serata come simbolo dell’autismo, intitolando l’iniziativa “Light it Up blue”.

Autismo = una parola che coinvolge un mare di persone.

Qualche volta ho visto dei film dove si affronta quest’argomento, ma il regista logicamente romanza parecchie queste situazioni.

Ho visto una serie “improbabile” di filmini, dove il fratello autistico di un avvocato, praticamente scopriva e veniva a capo di casi intricati. Un altro dove il protagonista era un asso in matematica ma nella vita era fuori da ogni contesto.

Peccato che gli autistici che conosco io non rientrino in nessuno di questi casi.

La cronaca ci ha dato la notizia purtroppo di un autistico che si perde nel traffico, finisce al pronto soccorso e viene scambiato a prima vista per un tossico, un altro che in un filmato di youtube viene curato in America a suon di sberle da un pseudo-medico guaritore.

Cose che fanno male a tutti, figuriamoci ai familiari.

Io vedo ragazzi autistici che sfuggono dalle nostre realtà quotidiane.

Sappiamo in effetti noi che lo viviamo da esterni cos’è l’autismo?

Sappiamo come si sentono le famiglie che hanno i loro figli “rapiti” dall’autismo?

Tutto molto e troppo complicato da gestire, ogni situazione è un caso a sé, tante storie uniche che portano le famiglie, gli educatori ed i medici a fare dei percorsi per far sentire questi ragazzi “vivi” e “protagonisti” sforzandosi di tenerli vicini ai loro coetanei , nella scuola, nella società, nello sport, nella pratica religiosa.

Tutti noi che abbiamo i figli con problematiche varie ci sentiamo a vivere e percorrere le nostre strade cercando sempre di offrire a loro il meglio. Molte volte non sappiamo cosa sia per loro “il meglio”.Ci comportiamo in un certo modo pensando di catturare la loro approvazione. La scelta di un libro pensato per loro magari è distante dal regalo che possa farli felici, loro gradirebbero il pupazzo che invece si adatta di più ad un bimbo piccolo.

Chi vive con un figlio malato nuota in un oceano.

A volte questo mare è calmo ed è piacevole farsi cullare dalle onde e farsi accarezzare dalla schiuma, altre volte il mare è in tempesta e si rischia di annegare in quelle onde.

Che mistero queste malattie che rubano i bei sogni che “avevamo scritto” per i nostri figli.

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